Tina al Gonzaga: "Non vogliamo super eroi ma buoni cittadini"
Tina al Gonzaga in una staffetta di memoria dai liceali ai più piccoli. "Non vogliamo super eroi ma buoni cittadini"
Dove si trovava quando ha appreso la notizia? Come l'ha raccontata ai suoi figli? Perché ha scelto di scrivere questo libro? .
Sono alcune delle domande che sono state rivolte a Tina nel corso della giornata di incontri trascorsi all'istituto "Gonzaga Campus" di via Piersanti Mattarella a Palermo. "Questo racconto, così come la storia della mafia ci possono sembrare lontani, esordisce padre Vitangelo Denora, la sfida è ben altro. Leggendo le pagine di questo racconto e conoscendola capiamo che è qualcosa che esiste ed è vicino. Ancora oggi dobbiamo conoscere la storia per diventare cittadini consapevoli". Della stessa opinione anche direttrice della scuola primaria Rita Burrafato e la Vice direttrice generale Maria Elena Poderati che ha invitato a uno spirito di riflessione e un attenzione verso il compagno o la comunità di cui si è parte integrante. Essere compagni attenti e presenti nelle loro comunità, attenti al prossimo.
"Grazie per l'invito ed è sempre un piacere incontrare voi giovani che mi riempite le giornate e mi scaldate il cuore sottolinea Tina Montinaro. Dico sempre che quel ragazzo, mio marito Antonio, morto trentadue anni fa ha avuto coraggio di scortare uno degli uomini più a rischio di questo Paese, il giudice Giovanni Falcone. Credo fermamente che è giusto ricordare il loro sacrificio e ricordare Antonio, perché ha avuto un forte senso del dovere. Antonio muore a soli 29 anni perché ha lasciato a me ai suoi figli l'eredità di poter camminare a testa alta in questa città e nell'intero Paese".
Questo libro dal titolo "Non ci avete fatto niente" edito De Agostini scritto circa un anno e mezzo fa è anche amore, sottolinea alla platea Tina ed è lo stesso sentimento che Antonio ha donato al giudice Falcone e a noi familiari. Mio marito aveva paura ma non era un vigliacco come ho scritto nel libro. Aveva fatto una scelta non per lo stipendio (non percepiva nemmeno l'indennità di rischio) ma perché credeva in quello che faceva e stimava il giudice Falcone. Era un uomo prezioso che contrastava la mafia e andava protetto. Abbiamo il dovere di ricordare i poliziotti di quelle scorte sia dei giudici Falcone che Borsellino. Erano mariti, figli padri che avevano fatto una scelta.
Sono dei ragazzi che in quel momento storico sono scesi in guerra contro la mafia". In questa mattinata anche Ferdinando Urru, già poliziotto nella Questura di Palermo e che conosceva Antonio ha raccontato quegli anni complessi e cosa significava essere poliziotto soprattutto nella scorta di una personalità importante quale era il giudice Falcone. Presente a questo racconto anche la giornalista Ambra Drago che ha evidenziato i diversi aspetti del libro Tina.
Leggendo alcuni passi significativi nel cogliere il disvalore dell'essere mafiosi e sottolineando come in modo semplice questo testo sia rivolto ai più piccoli ma anche gli adulti che possano cogliere l'umanità di Antonio Montinaro e l'amore per il suo lavoro. I bambini delle quinte elementari con la maestra Enza Manto e Rosa Maria Alesi hanno ascoltato attenti il racconto di Tina, moglie e mamma che ha scelto, pur essendo napoletana di rimanere in questa città. Una bella partecipazione anche quella di una rappresentanza degli allievi delle secondi classi del Liceo.
I ragazzi hanno espresso gratitudine per l'impegno che porta avanti Tina Montinaro. "Ho scelto di scrivere questo libro per voi, con un sorriso dico che divento anziana, ma la scelta voluta è stato quello di trasmettere quel periodo storico e voi non dovete e non potete dimenticare" . Il rettore padre Denora rivolgendosi ad ai ragazzi più grandi ha sottolineato la bellezza di questo strumento, del libro, e ha invitato tutti loro di condividerne la lettura con gli alunni più piccoli e delle altre classi in un percorso di legalità. "È bello che lo facciate conclude Tina Montinaro. Una staffetta di legalità per crescere cittadini attivi e portatori di memoria".
Un caloroso saluto è stato rivolto alla nostra Tina dalle maestre e dagli insegnanti delle diverse classi e un invito è stato rivolto loro a partecipare alla vita dell'Associazione Quarto Savona Quindici e alle sue innumerevoli attività di sensibilizzazione così come è stato rivolto l'invito a documentarsi e a conoscere il Museo del Presente di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino luoghi di memoria ma punti di riferimento per una cittadinanza attiva.